Tab Article
Un lungo itinerario invernale che conduce nell'estremo Ovest della Mongolia è la traccia su cui si sviluppa la narrazione. L'autore, quasi governasse un battello, ne cambia e maneggia le vele, sostando nei porti di una steppa gelata e infinita, descrivendone con cura i luoghi e la gente. In questo andare, affiora subito un altro argomento: quello dell'altro. Due mondi, quello mongolo e quello kazako che si incontrano, si toccano, si confrontano. La cultura dell'altro, la religione dell'altro, la lingua dell'altro, la storia dell'altro. Il mondo religioso buddista e quello islamico, l'indipendenza e la sudditanza femminile, vite che corrono parallele e che d'improvviso collidono. È questo un lungo itinerario circolare che, al pari di una grande spirale, si allarga e lievita sempre di più. Attingendo ad altre esperienze e usando con parsimonia altri mistici ingredienti, il cerchio si chiude in maniera di assoluta attualità. Superando i confini della Mongolia, questo scritto ricorda, nel caso l'avessimo dimenticato, che tutti noi siamo tanti, molteplici "altri".